Durante i primi decenni del XX secolo a Lugano, Locarno, Mendrisio e Chiasso furono costruiti da parte dei rispettivi comuni dei macelli pubblici. In alcuni casi, gli edifici ora utilizzati per altri scopi, esistono ancora.
A partire dagli anni 80 a causa della necessità di operare delle importanti ristrutturazioni, del calo delle macellazioni e della loro ubicazione, tutte queste strutture pubbliche cessarono la loro attività: Chiasso 1987, Lugano 1993, Mendrisio 1995, Locarno 2001.
Contemporaneamente alle prime chiusure, sorsero in Ticino diverse iniziative per la costruzione di nuovi macelli regionali oppure di un unico macello cantonale.
Nel 1995 il Consiglio di Stato decise che al momento opportuno avrebbe finanziato un solo macello in Ticino e il 27 gennaio 2004 trasmetteva il messaggio al Gran Consiglio per il finanziamento del macello di Cresciano della MATI SA.
Seguì la decisione del Gran Consiglio: il Cantone concedeva un credito di fr. 1’500’000.- e un prestito LIM cantonale di fr. 987’500.–
Il 26 maggio 2005 veniva costituita la MATI Macello Ticino SA che su terreno del Patriziato di Cresciano dato in diritto di superficie a partire dal 2007 progettava il nuovo macello.
La costruzione dell’edificio avvenne durante gli anni …
Nella primavera 2009, dopo aver superato tutti i relativi controlli, si iniziavano le attività di macellazione per il pubblico.
Nel frattempo la MATI SA si vide confrontata con un forte aumento dei costi di costruzione
(fr. 5’900’000.- ) e con un debito ipotecario superiore a quanto previsto.
Già al termine della gestione 2010 a causa delle quantità di macellazioni inferiori a quanto previsto nel business plan originario e dell’elevato debito ipotecario si capì che la situazione economico-patrimoniale era fallimentare.
Di conseguenza il 4 luglio 2012 la MATI SA fu costretta a depositare i bilanci in Pretura, a inoltrare una richiesta di autofallimento e a sospendere le attività di macellazione.
Seguirono riunioni organizzate dal Cantone con tutti gli attori della filiera della carne in Ticino, proposte di rilancio e alla fine di agosto fu possibile riprendere le macellazioni.
La relazione del commissario della moratoria concordataria nonchè lo studio della ditta BDO di Lugano ribadirono le conclusioni alle quali era già giunto il Consiglio di amministrazione della MATI SA: pur con una quantità di macellazioni molto inferiore al previsto, senza interessi passivi e ammortamento del debito ipotecario, la gestione ordinaria della MATI SA chiuderebbe a pareggio.
Perciò il 5 novembre 2012 il commissario firmava una moratoria concordataria che prevedeva il pagamento integrale dei creditori privilegiati e un dividendo del 10 % per gli altri creditori. Proposta accolta sia dalla maggioranza dei creditori e omologata dal Pretore.
Il 12 dicembre 2012, il Consiglio di Stato rinunciava al dividendo del 10 % e annunciava che “sarebbe disposto a valutare la possibilità di concedere un contributo ricorrente e decrescente per un massimo di 3 anni a condizione che venga proposto un progetto di rilancio”.
A seguito di questo scritto, il 9 gennaio 2013 veniva istituito il Gruppo di rilancio del macello cantonale (GRM) coinvolgendo diversi organismi con un rapporto diretto con il macello.